“I cinesi, si sa, per mangiare non usano la forchetta, ma preferiscono le bacchette. E’ un’usanza che risale al periodo Shang, millesettecento anni avanti Cristo, e che ora il governo di Pechino vorrebbe almeno limitare per salvare le foreste. Il fatto è che lo scorso anno si sono consumate ottanta miliardi di coppie di questi bastoncini, che hanno richiesto il taglio di almeno trenta milioni di alberi…In realtà è un volume di legno impressionante, tale da aver spinto il governo, per la prima volta nella storia, a imporre uno stop ai bastoncini monouso. Per fabbricare le bacchette vengono abbattuti ogni giorno cinquanta ettari di alberi, in prevalenza betulle e pioppi, pari ad una foresta ampia quanto centocinquanta campi di calcio. La desertificazione sta consumando il territorio nazionale, innescando esodi epocali. Trecento fabbriche di bastoncini, che occupano oltre centomila operai, si preparano alla battaglia in difesa del lavoro. L’alternativa sistemica, in resina, presenta alti contenuti di formaldeide, mentre altri materiali alterano il sapore delle pietanze. Forse basterebbe portarsi le bacchette (lavabili) da casa. Però non in tutta la Cina l’acqua potabile è sempre disponibile.”
Da “Ambiente-Troppe bacchette”; in “Mondoerre”, Leumann TO, novembre 2013, p. 23