
Poesie di Abdel Kader Konate
BAOBAB – pag. 68
“Un’idea
era solo un’idea,
l’innocenza della gioventù,
la bellezza, il piacere intellettuale
l’immensa assurdità immaginativa
sotto un albero, il baobab
dove gli anziani si riunivano,
ecco i miei pensieri nello sconosciuto.”
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PER RICORDI – pag. 6
“Caso dei miei ricordi,
come quei giorni senza notte,
come quello stato senza tempo,
strana strada della mente,
non c’è né inizio né fine,
l’irrealtà della vita indietro
con tanti sogni, tante emozioni
per un futuro, per dei ricordi.”
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CHI SONO IO – pag. 8
“Quando non ci sarò più,
nelle mie rime cercheranno,
alcuni per fortuna sapranno,
altri ignoreranno.
Quando non ci sarò più,
pochi capiranno la mia innocenza
perché sarò la mia coscienza
perché dicono la felicità di un figlio ordinario
è di aver avuto un padre straordinario,
allora sono stato il mio proprio padre.
Quando più non ci sarò
mai più sarò
perché io, sono stato, sono e sarò.”
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LA MIA PAURA – pag. 48
“Niente
ho bisogno di amare
ho bisogno di arredare
solo mi serve di andare
di andare dove voglio
di capire, di conoscere l’altro
di essere d’accordo con me stesso
quando dell’ingiustizia vedo la mia sorte.
Ma ho paura
ho sempre avuto paura
quella del bene e del male della guerra
e di cui chiedo a volte una possibilità
una sola richiesta
solo una volta per favore
vivere un giorno senza di lei, la morte.”
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ILLUMINAZIONE – pag. 28
“L’artista ad immagine del politico
trova nella sua arte del bene;
nell’interiore bellezza dell’universo in canto
dove l’esteriore è la forza di una minoranza,
nella sofferenza nascosta della società nei loro discorsi.
Il saggio come il giudice
aveva lo stesso linguaggio alla mia età;
così come saggezza e giustizia nella stessa scienza nascono,
così come nella gioventù si intravede la vecchiaia,
così come nella virtù si manifesta il vizio,
alla riflessione brilla l’immaginazione
quando poi della luce seguirà l’illuminazione.”
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ILLUSIONE – pag. 28
“Dietro ogni sguardo
un universo
un campo coltivato di traverso
un verde paesaggio immenso
un mondo, un inverno.
Dietro ogni sguardo
un’illusione
una pioggia d’oro e d’argento
in derisione
un vulcano
in eruzione
una ricchezza, una dimensione.
Dietro ogni sguardo
un infinito
un nome indefinito
un sogno predefinito
un universo, un’illusione, un infinito.”
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POESIA IN ORO – pag. 56
“Una volta ho amato
un amore di nome
poesia
scelta
per paura della solitudine;
e lei, sotto i miei occhi umidi di sonno
nelle savane africane,
lungo i fiumi, le pianure,
tra due rami di un albero,
sotto le stelle
del litorale,
come dea nuda,
innamoratamente si dava.
Ora, vorrei comporla in oro
i miei versi sul suo corpo
una poesia rimata dalle sue labbra.”
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Poesie di Bernard Dadie
FOGLIA AL VENTO – pag. 70
“Sono l’uomo color di Notte,
foglia al vento, vado in balia dei sogni.
Sono albero che germoglia in primavera
e rugiada che canta nel cavo dei baobab.
Sono l’uomo che dà scandalo,
perché è contro i formalismi.
L’uomo di cui si ride
perchè è contro le barriere.
Sono l’uomo di cui si dice: “ah quello là!”.
Sono l’uomo che non si può afferrare.
Brezza che ti sfiora e sfugge.
Foglia al vento, vado in balia dei sogni.
Il capitano della nave
che a prua cerca nel turbine delle nubi
l’occhio possente della terra,
la barca senza vela
che scivola sull’oceano.
Sono l’uomo con sogni infiniti
quanto sono le stelle
più rumorosi delle sciami d’api
più sorridenti dei sorrisi dei bambini
più sonori di echi nelle foreste.”
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Poesia di Perpetue Kassy
NAMIBIA – pag. 52
“E’ là in quel paese che ho atteso il momento della rivolta.
Il momento di tutto e di niente,
solitaria, guardo l’Africa
Dio! Sdraiarmi per strada
All’ingresso della Vita.
Questa vita che non ho chiesto.
Nascosto sotto le coltri dell’angoscia
Giace il mio amore, annegato nel sudiciume.
Certo, lo sapevo,
Seduta sul marciapiede,
Guardo ancora l’Africa.
Non aver paura, mi dice la voce,
il mio cuore è grande come il mare.
E per questo
io ti saluto; Namibia guarda
il volo ritmato della mia mano.
Giro per le strade nere e bianche,
Sento che le tue radici manifestano vigore e debolezza;
Nel mio corpo, nella mia testa, nel mio sangue,
E tutto in me lo afferma.
Non so da dove vengo,
Ma so che arrivo.”
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Poesia di Leopold Sedar Senghor
MASCHERA NEGRA – pag. 62
“Lei dorme, riposa sul candore della sabbia,
Kumba Tam dorme. Una palma verde vela la febbre dei capelli,
che color rame la fronte curva.
Le palpebre chiuse, coppa duplice e sorgenti sigillate.
Questa falce sottile di luna, questo labbro più nero e appena tumido
dov’è il sorriso della donna complice?
Le patene delle gote,
il disegno del mento cantano l’accordo muto.
Viso di maschera chiuso all’effimero, senz’occhi senza materia.
Testa di bronzo perfetta con la patina del tempo
Che non imbrattano beretti né rossetto né rughe,
né tracce di lacrime o di baci
O viso tale come Dio t’ha creato prima della memoria stessa delle età
Viso dell’alba del mondo,
non ti aprire come una gola tenera per commuovere la mia carne.
Io ti adoro, o Bellezza, col mio occhio monocorde!”
TRACCE:
Poesie tratte da “CONCHIGLIE” – CAURIES – POETI AFRICANI
Foto scelte dal WEB
IL FIRMAMENTO
“Non guardare le stelle questa notte,
fratello bianco.
Sono tutte mie.
Sono faville accese in cielo per far festa.
L’unico segno di festa per me.
Non ascoltare il vento questa notte,
fratello bianco.
E’ tutto mio. Nel suo sibilo lento udresti il mio lamento.
Non cercare la luna questa notte,
servirà solo a me.
Darà luce all’ultima lacrima di mia madre
che sta piangendo.
Sto morendo fratello bianco,
e tu lo sai.
Mentre il Signore nasce
tu guardi luminarie impazzite.
Su di me invece una pioggia di stelle, di stelle comete.
Tu non vedrai ugual cielo stanotte o forse mai più,
se ancora chiudi gli occhi per non vedermi,
se chiudi il cuore per non amarmi.” (Autore ignoto)
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