DANTE ALIGHIERI
il sommo poeta
padre della lingua italiana.
Mentre nei monasteri si parlava e pregava in lingua latina e nei castelli medievali si cantavano le gesta dei grandi cavalieri, in francese, nei Comuni si parlava una nuova lingua, “la lingua volgare”, cioè del popolo che non aveva studiato.
In un primo tempo questo dialetto rozzo si parlava soltanto: in seguito fu anche scritto dai letterati e dai poeti. Particolarmente a Firenze questa lingua divenne dolce e aggraziata e fu merito di Dante se il “volgare” si nobilitò e divenne la lingua italiana. Il grande capolavoro di Dante e della lingua italiana è la “DIVINA COMMEDIA”.
Dante immagina di compiere un viaggio, scendendo nell’Inferno, salendo al Purgatorio e volando nel Paradiso. Vede i dannati, le anime purganti, i beati, la Madonna e finalmente Dio, “Colui che muove il sole e le stelle”.
Sulla sua tomba, a Ravenna, arde perennemente una lampada, alimentata dall’olio offerto da tutti i Comuni d’Italia.